Segni: standard (bianco-rossi, n°47) - fare attenzione perché in un tratto sono nascosti dalla vegetazione
Da Fondi (LT) si prende la strada per Lenola, da cui si segue l’indicazione per Vallecorsa. Più avanti, ad un bivio, si svolta a destra in direzione Ambrifi. Percorsa la strada per un po’, si parcheggia ad un piccolo slargo a sinistra, subito dopo un muretto in pietra, all’altezza di un segnale stradale che indica una curva a destra. I segni bianco-rossi con indicato il sentiero n°47 sono presenti già dalla strada, anche se poco visibili dall’auto.
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Le rovine sulla rocca di Ambrifi (639 s.l.m.) | Il percorso inizia a sinistra della strada, immediatamente prima dello slargo in cui si è parcheggiata l’auto. Superato il tratto carrozzabile che passa per un impianto di tiro a volo, ci si trova sulla sinistra la collinetta con i ruderi medievali dell’insediamento fortificato di Ambrifi (ben visibili una torre quadrata e una chiesa). Volendo salire a visitare le rovine (mezz’ora tra andata e ritorno), si imbocca il sentiero segnato che comincia sulla sinistra. Svoltando invece poco prima a destra all’altezza di una pietra poggiata in terra, ci si trova di fronte ad un cancello di un recinto per gli animali (599 s.l.m.). Oltrepassato il cancello (avendo cura di richiuderlo), inizia il sentiero vero e proprio che dapprima costeggia il fondo di un canyon e poi lo scavalca (575 s.l.m.) passando su una parete di roccia inclinata e scivolosa (fare attenzione!). Il sentiero risale il canyon sul versante opposto, curvando quasi subito a sinistra all’altezza di un piccolo sperone di rocce (609 s.l.m.). | |
In fondo al canyon... | Da qui inizia un tratto completamente scoperto e più ripido in cui il percorso è meno evidente e i segni sono resi poco visibili da alti ciuffi d’erba. Se si perdono i segni, occorre comunque procedere aggirando l’altura e poi salendo quasi direttamente lungo la dorsale, tenendo presente un gruppo di alberi più in alto come punto di riferimento. Giunti all’altezza di questi alberi (695 s.l.m.) , poco a sinistra si ritrova il sentiero che torna ad essere evidente. Poco più avanti termina il tratto ripido e si arriva ad un punto ombreggiato, all’altezza di una cisterna coperta da pietre (sulla sinistra, 739 s.l.m.). Si è ormai arrivati al vasto pianoro che arriva fin sotto le pendici del Calvilli. | |
Il pianoro alle pendici del Calvilli | Tra pozze per l’abbeveramento degli animali e i cartelli di un metanodotto, il sentiero porta fino ad un recinto che, in presenza di animali, è possibile aggirare cercando un punto più distante in cui scavalcarlo o passarci sotto. La salita riprende all’altezza di un casolare in pietra abbandonato (783 s.l.m.) e prosegue all’interno della boscaglia. Giunti ad un’altra cisterna (934 s.l.m.), il sentiero devia a sinistra e dopo un breve tratto torna allo scoperto, diventando meno evidente. Continuando a seguire i segni bianco-rossi, si arriva al punto d’incrocio (1052 s.l.m.) tra il nostro sentiero (n°47) e gli altri due provenienti rispettivamente da Vallecorsa (n°46) e dalla Quercia del Monaco (n°45). Da lì, con un ultimo sforzo, si arriva alla vetta che non è evidentissima poiché boscosa e preceduta da un tratto relativamente in piano. Una placca IGM e l’indicazione 45,46,47 indicano il punto più alto (1116 s.l.m.) che è anche la massima elevazione della catena dei Monti Ausoni.
Per ridiscendere comodamente si impiegano circa 2 ore e mezza fino all’auto, facendo attenzione a non perdere i segni subito sotto la vetta e nel tratto scoperto prima di scavalcare il canyon.
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